A distanza di tre anni e mezzo dalla scomparsa dell’imprenditore e dall’apertura del testamento, il controllo dell’azienda passa in mano alla figlia più piccola Marina che a differenza dei due fratelli non aveva mai lavorato al fianco del padre nell’azienda di famiglia.
Oggi Marina, 42 anni, e dal 2017 vicepresidente del gruppo, diventa il nuovo presidente esecutivo della società.
La decisione è stata presa all’unanimità dal consiglio di amministrazione convocato ieri mattina a Milano per delineare la nuova composizione del board. È un cambiamento che riflette il riassetto societario concluso a marzo e che vede adesso Giuliana Albera — seconda moglie del fondatore Bernardo Caprotti — e la figlia Marina proprietarie al 100 per cento di Esselunga dopo l’acquisto della quota di minoranza pari al 30 per cento dai fratelli Giuseppe e Violetta Caprotti.
Una delle più grandi realtà della distribuzione organizzata. La decisione viene presa all’unanimità dal consiglio di amministrazione convocato ieri mattina a Milano per delineare la nuova composizione del board. Il padre voleva vendere tutto. E liberare i figli dal fardello dell’impresa. Non ci è riuscito. E da oggi l’Esselunga vanta una seconda generazione di massimi dirigenti. Marina, dopo quattro anni di impegno intenso in azienda, con una presenza costante e discreta che l’ha vista disegnare, con al fianco il marito Francesco Moncada, le linee di sviluppo di Esselunga, si appresta ad assumere in prima persona con il management le decisioni strategiche che guardano al futuro della società.
Un grande imprenditore Bernardo Caprotti, uno dei più grandi d’Italia: del passato, del presente e del futuro.
Ha combattuto l’arroganza ideologica di tante istituzioni di sinistra così cieche da togliere anche la possibilità di lavorare a molte persone perché Esselunga quando apre nuovi store crea lavoro e muove l’economia.