L ’intesa è stata raggiunta da pochi giorni e fa parte di un più ampio risiko che sta prendendo forma sullo scacchiere della grande distribuzione. A San Benigno aprirà Esselunga – in questo senso si è impegnato il sindaco Marco Bucci – mentre a levante, in un gioco di equilibri fra marchi, appare sempre più remota la possibilità di uno sbarco di Conad, in predicato di aprire negli spazi dello Champagnat, ad Albaro. Una mossa che sarebbe invisa a Sogegross, in quella zona particolarmente forte (con i punti vendita Basko), gruppo che al contrario assisterebbe con piacere alla sfida della grande “S” a Coop, più radicata, invece, sul centro ponente (e presente con un supermercato al terminal traghetti).
La giunta Doria, poco prima di lasciare Palazzo Tursi, aveva dato il via libera alla variante al Piano urbanistico necessaria per realizzare un supermercato Conad in una parte dell’ex centro sportivo Champagnat, proprietà dei Fratelli Maristi. Il piano prevedeva anche che il centro sportivo, una volta ristrutturato, fosse gestito da Virgin ed era stato definito con i sindacati un accordo per la ricollocazione dei 21 dipendenti. Ma, se non viene approvata anche dal consiglio comunale, quella variante non ha alcuna efficacia, e dalla giunta Bucci non arrivano segnali in questa direzione. Anzi. «Noi siamo contrari a nuovi supermercati che siano in contrasto con le esigenze del territorio – spiega il consigliere comunale con delega allo Sport -. E quella dove si trova lo Champagnat è una zona già satura di supermercati».
Messaggio chiarissimo, anche se l’assessore comunale al Commercio, Paola Bordilli, “dribbla” la domanda, «non me ne sono ancora occupata», e l’avvocato Francesco Bugada, rappresentante dei Fratelli Maristi, dice che «non ci risulta affatto che la nuova amministrazione abbia avanzato obiezioni. È anzi previsto, mi auguro a breve, un incontro tra tutti i soggetti coinvolti ed il sindaco Bucci, che a quanto ci consta – sostiene – ha espresso grande attenzione per il progetto. Parliamo del resto di un’operazione che non solo garantisce la ricollocazione agli ex lavoratori dello Champagnat, ma che porta con sé un indotto per decine e decine di nuovi posti di lavoro». Eppure la frenata pare evidente.
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