Per il quarto anno consecutivo l’acqua minerale Santa Croce è stata giudicata la migliore in assoluto in Italia tra le 45 analizzate dall’associazione Altroconsumo.
La Santa Croce è il prodotto di punta della società del molisano Camillo Colella, che ora imbottiglia dalla sorgente Castellina di Castelpizzuto in provincia di Isernia. Fino all’autunno 2016 ha però utilizzato, commercializzata con lo stesso marchio, l’acqua della sorgente Sant’Antonio Sponga di Canistro, in provincia dell’Aquila.
Questo fino alla revoca della concessione, a cui ha fatto seguito un serrato contenzioso giudiziario con Comune di Canistro e Regione Abruzzo.
A Canistro la Santa Croce imbottiglia con la sortente Fiuggino, la più piccola, specializzata nel vetro.
L’obiettivo di Colella è quello di tornare però a imbottigliare con il marchio Santa Croce l’acqua abruzzese, considerata anch’essa al top della qualità, tanto da aver già inoltrato domanda per poter riattivare l’emungimento della Sant’Antonio Sponga, in via provvisoria, in attesa dell’esito del nuovo bando, appena indetto dalla Regione. Da tre anni l’acqua della Sant’Antonio Sponga va a finire nel fiume inutilizzata.
La Santa Croce, naturale e oligominerale, ha ottenuto il punteggio di 71, “qualità ottima”, seguita dall’acqua Eva, con punteggio 70, imbottigliata dalla sorgente Rocce Azzurre di Paesana, in provincia di Cuneo.
Con punteggio 69, nella categoria ”qualità buona”, troviamo le acque minerali San Bernardo, (sorgente Rocciaviva di Garresio in provincia di Cuneo), e Sant’Antonio (Sorgente Sant’Antonio di Cadorago, in provincia di Como).
Un gradino più basso con 68 punti l’acqua San Benedetto, imbottigliata dalla sorgente Benedicta di Scorzé, in provincia di Venezia.
Va ricordato che il gruppo San Benedetto ha anche uno stabilimento a Popoli, in provincia di Pescara, dove viene imbottigliata l’acqua della sorgente Valle Reale, con il marchio Gran Guizza, e che nella classifica si piazza al 20° posto, con punteggio 62, nel gruppone della “qualità buona”.
La classifica di Altroconsumo tiene conto della leggibilità dell’etichetta e della completezza delle informazioni su di essa riportate, del contenuto di sali, della presenza di nitrati, arsenico, manganese, nichel e altri metalli, la cui presenza è tollerata, secondo la normativa, entro certi limiti, proprio come avviene per l’acqua di rubinetto. La presenza di questi composti dipende dalle caratteristiche naturali del terreno della sorgente, oppure dall’uso di fertilizzanti azotati sul terreno limitrofo alla fonte.
Il test ha inoltre cercato eventuali contaminanti derivanti dai processi di disinfezione degli impianti, come i composti organoalogenati, e anche l’antimonio, una sostanza usata per la produzione della plastica.
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